CastellamMARE... e non solo!

Non lasciamoci ingannare dal nome, Castellammare è città di mare ma anche di montagna e ricca di storia! 

Abbiamo organizzato un tour insolito alla scoperta di un altro lato della città, che parte dai vicoli del centro storico per arrivare al parco del Quisisana, a ridosso del Monte Faito.

Iniziamo lasciandoci alle spalle la Cassa Armonica del lungomare cittadino.

Una piccola nota curiosa su questo arredo urbano: diffuso in Europa tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, questo chiostro veniva concepito sia per ospitare gruppi musicali che eseguono concerti (avendo funzione di un vero e proprio amplificatore) sia per abbellire gli spazi pubblici. Quella di Castellammare, realizzata da Eugenio Cosenza in ghisa e vetro, è considerata una delle più belle al mondo.

Proseguiamo attraversando la porta di San Catello, patrono della città ma definito anche patrono degli escursionisti perchè l'apertura corrisponde anche al punto di inizio di un cammino che conduce alla Chiesa di San Michele, tra le vette dei Monti Lattari. 

A questo punto ci troviamo a passeggiare tra i vicoli del centro storico, cuore pulsante della città che, come spesso capita, è oggetto di numerosi pregiudizi e falsi miti, ad esempio che è un quartiere pericoloso e da evitare.

Per sradicare queste convinzioni e spingere i turisti a scoprire la zona, il Comune ha incaricato l'artista Nello Petrucci di coinvolgerne altri provenienti da tutto il mondo, dalla Spagna al Cile, dal Belgio all'Argentina, per realizzare dei murales sulle pareti del centro, così da riqualificarlo. Girando si possono così scoprire l'opera di Kymo One, raffigurante un ragazzino (molto probabilmente un migrante) che porta con sé un peso (le sue sofferenze, il suo trascorso), oppure, all'inizio di vico Tedesco, l'immagine di una donna nuda, coperta solo da un lenzuolo fatto dalle parole "Nemo tibi Amat" (nessuno ti ama), probabilmente l'immagine di una prostituta, dal momento che quella era proprio la strada in cui i tedeschi durante la guerra andavano a divertirsi.

 

Castellammare_Murales_Centro_Storico

 

Un piccolo promemoria per chi vuole ripercorrere questo intinerario: da non dimenticare la casa dove nacque e trascorse i primi anni di vita Raffaele Viviani, che assieme a Eduardo De Filippo fu protagonista della drammaturgia napoletana del 900, diventato famoso soprattutto per la canzone " 'A rumba d'e scugnizze".

Prima di addentrarci nel bosco, facciamo una sosta per raccogliere un po' della famosa acqua di questa città, chiamata acqua della Madonna. C'era un fiume che nasceva dal monte Faito per arrivare fino in città. Qui nell'800 fu costruita una fontana alla cui sommità vi era un mosaico raffigurante la madonna, da cui il nome dell'acqua, oltre al fatto che quest'acqua è naturalmente buonissima, in passato considerata addirittura curativa, quindi "miracolosa". Ancora oggi i cittadini (e gli stranieri ben informati) cercano le fontane naturali per dissetarsi. Famosa è la "champagna", fonte leggermente più frizzante rispetto alle altre e per questo paragonata al raffinato vino spumante. 

Percorrendo una serie di sentieri panoramici, arriviamo al parco di Quisisana. Già dal XIII secolo i vari regnanti si accorsero di questo sito suggestivo e salubre, difatti qui realizzarono una reggia con parco, decantata e apprezzata da ospiti illustri, tra cui Boccaccio che esaltò la bellezza del luogo ambientandovi alcune novelle del Decamerone.

L'origine del nome è particolarmente curiosa: fu Carlo II D'Angiò ad esclamare “Qui si sana” in nome di una guarigione ottenuta grazie al clima collinare, benefico anche per il re Ladislao e Giovanna II che scamparono alla peste rifugiandosi al palazzo di Stabia. 

Il periodo di massimo splendore fu quello Borbonico. Nel 1759 Ferdinando IV fece una serie di interventi all'interno del parco per ampliarlo e arricchirlo di viali, scale, fontane. In uno di questi viali fu innestato l'asse centrale di un tridente, impreziosito da fontane, dal quale partivano i collegamenti verso la selva reale. Per questo il parco viene anche chiamato Le Fontane del Re

La flora presente è in parte mediterranea ed in parte esotica, con delle specie anche rare; tra le più comuni presenti i Platani ed Ippocastani.

All'interno della Reggia c'è il Museo Archeologico di Stabia Libero D'Orsi, dedicato appunto a Libero D'Orsi, un preside che fu il primo a decidere di intraprendere la riscoperta delle Ville Stabiane.

Il museo raccoglie testimonianze della vita quotidiana, in particolare quella che si svolgeva nelle ville romane d’otium (lussuose residenze finalizzate al riposo, del corpo e dello spirito, dalle attività e dagli affari) e nelle ville rustiche (simili nella concezione alle moderne fattorie).

Tra i reperti in mostra si trovano affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame da mensa, oggetti in bronzo e in ferro.

Ci si muove in diverse sale, ognuna dedicata a una residenza: Villa San Marco, Villa del Pastore, Secondo Complesso, Villa Arianna, Villa Del Petraro (alcune delle quali, tra l'altro visitabili). 

Un complesso visitabile solo in minima parte che, ci si auspica, possa aprire presto tutte le sue incantevoli porte.

Si conclude un tour fuori dal comune e libero da ogni preconcetto, proprio come noi. 

 

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